Un’inebriante scia di limone ci guida tra Sorrento e la Costiera Amalfitana

Da quanto tempo si coltiva il limone in Campania? Da molto, stando agli affreschi che raffigurano il frutto esperidio all’interno delle case sepolte di Pompei fotografate dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.c. .
Il limone è davvero un frutto prezioso e ancora di più per questa regione italiana che lo coltiva da secoli e lo esporta in tutto il mondo. Il clima mite e soleggiato, il terreno di origine vulcanica e l’amore degli agricoltori hanno favorito l’insediamento di numerosi limoneti, coltivati su tipici terrazzamenti in pietra calcarea che pennellano di giallo intenso la costa del sole.
Tra le cultivar spiccano lo Sfusato Amalfitano privo di semi e di forma allungata e l’Ovale Sorrentino IGP, originario della conca di Guarazzano – tra Sorrento e Massalubrense – materia prima per la produzione del gustosissimo liquore digestivo di fama internazionale: il limoncello.
La varietà di limone di Sorrento popola anche la glamourissima Capri, isola famosa per la piazzetta, i Faraglioni e la magica Grotta Azzurra, che fu piscina privata dell’imperatore romano Tiberio.
La zona di produzione della Costa d’Amalfi, invece, abbraccia oltre 500 ettari distribuiti tra 13 comuni della provincia di Salerno: Amalfi, Conca dei Marini – patria della sfogliatella, Positano, Vietri con le sue ceramiche, Maiori, Atrani, Furore, Cetara, Minori, Praiano, Ravello, Scala e Tramonti. Una finestra aperta sul mar Tirreno, protetta dai Monti Lattari, che si affaccia sul magico arcipelago de Li Galli – Gallo lungo, La Rotonda, dei Briganti a nord della Rotonda – acquistato nel 1989 dall’indimenticato etoile Rudolf Nureyev.
Se capitate da quelle parti vi consigliamo di vistare le isole di Ischia e Procida; la prima celebre per le acque termali, la seconda per i grandi limoni.

Viaggio virtuale a Sorrento